Con l’approvazione della nuova legge di bilancio viene confermata la sospensione della Plastic Tax, almeno fino al 2024. Una notizia già annunciata e che non ha creato grandi stupori anche perché questo è il terzo rinvio della cosiddetta tassa sulla plastica monouso che prevede il pagamento di un’imposta di € 0,45 per ogni chilogrammo di prodotti di plastica monouso venduto (MACSI).
Plastic tax: che cos’è
La Plastic Tax è un’imposta che era stata prevista dalla legge di Bilancio 2020 sui prodotti in plastica monouso destinati ai generi alimentari. Rientrano in questa categoria tutti i manufatti, definiti con la sigla MACSI, progettati per un singolo impiego e non per essere trasformati o riutilizzati durante il loro ciclo di vita.
Un’imposta che ricadrebbe principalmente sulle imprese produttrici di prodotti plastici monouso ma anche su quelle di importazione e sul consumatore finale. Fortunatamente però anche questo governo ha deciso di sospendere, almeno fino al 2024, l’applicazione della tassa che, a quanto pare, non trova d’accordo i principali operatori del settore, oltre che le aziende coinvolte.
Gli obiettivi (apparenti) della Plastic Tax
Non è difficile immaginare con quali presupposti sia nata questa proposta, ovvero disincentivare l’utilizzo di prodotti plastici monouso ritenuti fra i principali responsabili dell’inquinamento globale. Come abbiamo più volte sostenuto, applicare delle imposte aggiuntive sui prodotti in plastica non elimina il problema dell’inquinamento: bisogna innanzitutto lavorare sulla sensibilizzazione delle persone verso questi temi e su un sistema più adeguato di recupero dei materiali e riciclo degli stessi. Inoltre, sono ben altri i fattori inquinantisui quali andrebbe posta maggiore attenzione, come ci raccontano le nostre spiagge, dove troviamo molto più frequentemente mozziconi di sigarette e resti che derivano dalle lavorazioni dei pescherecci.
Materie plastiche: cosa prevede la legge di bilancio
La nuova legge di Bilancio del governo Meloni, dunque, rinvia di un altro anno la decisione sulla Plastic Tax e conferma il riconoscimento del credito d’imposta pari al 36% per le spese sostenute dalle aziende per l’acquisto e l’utilizzo di materiali riciclati provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi in plastica e di imballaggi biodegradabili e compostabili secondo lo standard UNI EN 13432.
Viene inoltre ri-finanziato il progetto sperimentale “Mangiaplastica” già istituito nel 2019, che promuove l’acquisto da parte dei Comuni italiani di eco-compattatori. I Comuni interessati potranno fare richiesta attraverso uno specifico bando.
Il punto di vista di Teamplast
In quanto operatori del settore, ci sentiamo particolarmente coinvolti nelle decisioni governative che toccano il nostro comparto industriale. Sebbene Teamplast non produca prodotti in plastica monouso, siamo sensibili verso questi argomenti che ci trovano spesso in contrasto con le principali linee di governo. In Italia esiste già una tassa prevista da Conai sulla produzione e il consumo di materiali plastici, attraverso la quale contribuiamo alle spese sostenute per la raccolta differenziata e il riciclo e recupero degli imballaggi plastici.
Inoltre, il particolare e delicato momento storico che stiamo vivendo, sta già mettendo in seria difficoltà molte aziende produttrici che si trovano a dover sostenere dei costi maggiorati sulle materie prime e sulla loro trasformazione, anche a causa degli aumenti dei costi di energia.
Se davvero vogliamo vedere un cambiamento sostanziale in termini di riduzione dell’inquinamento, è necessario continuare a far leva su una maggiore sensibilizzazione dei consumatori finali che parta dall’utilizzo fino al corretto smaltimento delle materie riciclabili. Inoltre, si dovrebbe puntare maggiore attenzione verso i veri fattori di rischio, individuando i principali responsabili e continuando a investire nella ricerca tecnologica, grazie alla quale è possibile ottenere materiali sempre più sofisticati, sicuri e riutilizzabili.
Plastic Tax rinviata: il nostro punto di vista
Con l’approvazione della nuova legge di bilancio viene confermata la sospensione della Plastic Tax, almeno fino al 2024.
Una notizia già annunciata e che non ha creato grandi stupori anche perché questo è il terzo rinvio della cosiddetta tassa sulla plastica monouso che prevede il pagamento di un’imposta di € 0,45 per ogni chilogrammo di prodotti di plastica monouso venduto (MACSI).
Plastic tax: che cos’è
La Plastic Tax è un’imposta che era stata prevista dalla legge di Bilancio 2020 sui prodotti in plastica monouso destinati ai generi alimentari. Rientrano in questa categoria tutti i manufatti, definiti con la sigla MACSI, progettati per un singolo impiego e non per essere trasformati o riutilizzati durante il loro ciclo di vita.
Un’imposta che ricadrebbe principalmente sulle imprese produttrici di prodotti plastici monouso ma anche su quelle di importazione e sul consumatore finale. Fortunatamente però anche questo governo ha deciso di sospendere, almeno fino al 2024, l’applicazione della tassa che, a quanto pare, non trova d’accordo i principali operatori del settore, oltre che le aziende coinvolte.
Gli obiettivi (apparenti) della Plastic Tax
Non è difficile immaginare con quali presupposti sia nata questa proposta, ovvero disincentivare l’utilizzo di prodotti plastici monouso ritenuti fra i principali responsabili dell’inquinamento globale. Come abbiamo più volte sostenuto, applicare delle imposte aggiuntive sui prodotti in plastica non elimina il problema dell’inquinamento: bisogna innanzitutto lavorare sulla sensibilizzazione delle persone verso questi temi e su un sistema più adeguato di recupero dei materiali e riciclo degli stessi. Inoltre, sono ben altri i fattori inquinanti sui quali andrebbe posta maggiore attenzione, come ci raccontano le nostre spiagge, dove troviamo molto più frequentemente mozziconi di sigarette e resti che derivano dalle lavorazioni dei pescherecci.
Materie plastiche: cosa prevede la legge di bilancio
La nuova legge di Bilancio del governo Meloni, dunque, rinvia di un altro anno la decisione sulla Plastic Tax e conferma il riconoscimento del credito d’imposta pari al 36% per le spese sostenute dalle aziende per l’acquisto e l’utilizzo di materiali riciclati provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi in plastica e di imballaggi biodegradabili e compostabili secondo lo standard UNI EN 13432.
Viene inoltre ri-finanziato il progetto sperimentale “Mangiaplastica” già istituito nel 2019, che promuove l’acquisto da parte dei Comuni italiani di eco-compattatori. I Comuni interessati potranno fare richiesta attraverso uno specifico bando.
Il punto di vista di Teamplast
In quanto operatori del settore, ci sentiamo particolarmente coinvolti nelle decisioni governative che toccano il nostro comparto industriale. Sebbene Teamplast non produca prodotti in plastica monouso, siamo sensibili verso questi argomenti che ci trovano spesso in contrasto con le principali linee di governo. In Italia esiste già una tassa prevista da Conai sulla produzione e il consumo di materiali plastici, attraverso la quale contribuiamo alle spese sostenute per la raccolta differenziata e il riciclo e recupero degli imballaggi plastici.
Inoltre, il particolare e delicato momento storico che stiamo vivendo, sta già mettendo in seria difficoltà molte aziende produttrici che si trovano a dover sostenere dei costi maggiorati sulle materie prime e sulla loro trasformazione, anche a causa degli aumenti dei costi di energia.
Se davvero vogliamo vedere un cambiamento sostanziale in termini di riduzione dell’inquinamento, è necessario continuare a far leva su una maggiore sensibilizzazione dei consumatori finali che parta dall’utilizzo fino al corretto smaltimento delle materie riciclabili. Inoltre, si dovrebbe puntare maggiore attenzione verso i veri fattori di rischio, individuando i principali responsabili e continuando a investire nella ricerca tecnologica, grazie alla quale è possibile ottenere materiali sempre più sofisticati, sicuri e riutilizzabili.
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